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Anche i capricci hanno un’anima

Quante volte vi siete chiesti come mai le vostre parole sembrano non sortire nessun effetto sui vostri figli?

Succede.. Ebbene si, succede. La risposta a questa domanda spesso però non è da ricercare nel bambino bensì nel modo in cui comunichiamo con i nostri figli.

I capricci o in linea più generale le modalità oppositive, trovano ampio spazio laddove il genitore non sappia inserirsi nel canale comunicativo ed emotivo del bambino.

Facciamo un esempio : “non voglio fare i compiti”. Vista così può sembrare solo un oppositivita del bambino mossa dal disimpegno o dalla pigrizia. Ma vi siete mai chiesti come mai il bambino dice questo? Vorrebbe giocare? Vorrebbe uscire? Bhe come biasimarlo! .. E allora se riuscite a sintonizzarvi con quello che è il reale bisogno nascosto dietro al capriccio anziché rimproverare e imporre un dato comportamento potrete comprendere il suo stato emotivo e solo dopo proporre la soluzione.

In poche parole lo aiuterete a tollerare la frustrazione. In che modo? Una frase potrebbe essere “capisco che non ti vada di fare i compiti perché preferiresti giocare, e che ti sembra davvero noioso a confronto! ma fare i compiti è una cosa importante e utile che va fatta. Quindi prova a fare così, ti impegni al massimo in maniera tale da concludere tutto e poi avrai tutto il tempo per giocare, magari giochiamo insieme”.

Se invece continuerete a proporvi solo con un’imposizione “devi fare i compiti” nella testolina del bambino il risultato sarà che “mamma non mi capisce”.

Probabilmente il comportamento oppositivo non cesserà nell’immediato (anche se mai dire mai) ma con il tempo il bambino sentirà di essere compreso e di conseguenza comunicherà il suo disagio in maniera meno capricciosa!! Se il bambino è piccolo può essere molto utile fare ciò ponendosi alla stessa altezza in maniera tale che possa guardarvi negli occhi mentre parlate con lui. 

Questa capacità di non cadere in trappola bensì di scavalcarla e andare oltre, cogliendo il vero significato del capriccio può “udite udite” essere utile anche con l’adolescente. “voglio uscire e tornare alle 2”.. Calma e sangue freddo,sta solo cercando di costruire la sua identità e di essere autonomo e lo fa attraverso l’eccesso.

Bene, lo avete capito? Diteglielo! Ad esempio si potrebbe dire “capisco che tu voglia stare con i tuoi amici perché ti fa piacere e senti di essere ormai grande per poterlo fare, ma se tornassi alle 2 del mattino io mi preoccuperei perché ci tengo a te. Facciamo una cosa esci e divertiti ma rispetta gli orari che stiamo definendo.” 

Molto probabilmente leggendo queste righe starete pensando che facile a dirsi ma meno a farsi.. Ma in realtà nella mia esperienza clinica quello che ho notato è che spesso i genitori di bambini/adolescenti oppositivi sono genitori che si ritrovano ad essere normativi tralasciando l’aspetto emotivo.

In sintesi, è molto più facile di quanto pensiate: meno regole (poche, chiare e definite) e più emozioni.  

La connessione emotiva infatti, il far sentire ai nostri figli che li capiamo e che riusciamo a sentire le loro emozioni può essere la chiave vincente per appianare le divergenze.

Se alla connessione emotiva si aggiunge la capacità di mediazione è molto probabile che le cose miglioreranno in poco tempo e che sarete stupiti di come improvvisamente vi ascolteranno!

Anche i capricci e le forme oppositive possono essere dunque un modo attraverso il quale il bambino comunica in maniera distorta un emozione. Aiutiamolo a far emergere quello stato emotivo e il capriccio non avrà più quell’importanza.

Anche i capricci hanno un’anima. 

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