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NUOVE TECNOLOGIE, NUOVI ADOLESCENTI, NUOVE PROBLEMATICHE.

Le nuove tecnologie, si sa, hanno oramai un grande impatto su tutti noi, sia da un punto di vista positivo che negativo e senza tralasciare nessuna fascia d’età. In particolare però negli adolescenti è possibile riscontrare l’insorgere di nuovi comportamenti disfunzionali ed in alcuni casi di vere e proprie fobie.

Studi psicologici stanno da tempo indagando l’insorgere di questi nuovi aspetti attraverso l’ausilio di vari strumenti di rilevazione. E’ così che ad esempio possiamo parlare del Vamping per riferirci alla tendenza di molti adolescenti a trascorrere buona parte delle ore notturne sui social network, malsana abitudine a cui possono ovviamente conseguire difficoltà di concentrazione ed attenzione nello svolgimento delle attività quotidiane, insorgenza di stati ansiosi ed influssi negativi sull’umore.

La Nomofobia (dall’inglese: no mobile phone phobia) neologismo utilizzato per indicare la nuova fobia legata all’eccessiva paura di rimanere senza telefono o connessione ad internet; “aberrante” condizione che, se si verifica, porta spesso dall’insorgere di rabbia e frustrazione fino a veri e propri stati d’ansia.

Questi due comportamenti, a loro volta, sembrerebbero poter confluire nell’emergente patologia adolescenziale rispetto al non essere, a tutti i costi, “tagliati fuori” (fear of missing out) dalla rete di amcizie digitali; patologia che per l’appunto comprende l’ossessione di essere sempre connessi tenendo costantemente a portata di mano lo smartphone, anche nelle ore notturne per essere eventualmente pronti ad interagire nella conversazione di turno.

L’impellente necessità di essere sempre “virtualmente presenti” sembrerebbe essere collegata ad un discorso generale di desiderabilità sociale. Oramai per appartenere al gruppo dei pari non basta più essere se stessi nella vita reale, ma bensì, gli odierni adolescenti si trovano a doversi affermare anche su di un livello virtuale, ovvero social.

Il sentire di “dover” esistere su questi due piani differenti comporta ovviamente uno sforzo importante con delle implicazioni narcisistiche da non sottovalutare. Basti pensare all’oramai imperante moda dei selfie ed alla continua e spasmodica ricerca di approvazione attraverso il maggior numero di “like” e/o “follower” a seconda di quale sia il social network di turno.

In mezzo a tutta questa “iperconnessione” dovrebbero poi inserirsi gli odierni genitori, tentando d’essere dei moderatori non troppo invasivi nella vita dei propri figli, compito troppo spesso assai arduo.

 

Dott. Marco Mauceri

Psicologo clinico-Psicoterapeuta

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